I Mirage Italia Coppa del Mondo rinforzati prima i Kevlar poi in carbonio che ci forniva la Bompiani avevano un rapporto torsionale ottimo e furono apprezzatissimi anche per l’estetica che richiamava la Coppa del Mondo ed il Pool che avevamo fondato. In quegli anni non convinto della nostra estetica andai da Bertone a Torino per farmi studiare un look più accattivate. Mi face uno sci con fori in depressione che sembrava un volante alleggerito e fu scartato. Chi non e’ del settore non può capire quello che il mercato in quel momento richiede. L’estetica l’ho sempre studiata e realizzata personalmente.
Stefano Anzi che ha dato un contributo importantissimo per lo sviluppo dello sci Mirage Coppa del Mondo anche come collaudatore abilissimo ad individuare i lati negativi e discesista eccezionale ha riportato parecchie vittorie nella libera come: Un primo nella Coppa del Mondo un secondo ed un terzo posto e nei campionati italiani assoluti. Primo nel 69 primo nel 70 e bronzo nel 75.
Anche Roland Thoni era nella nostra scuderia e vinse l’oro nella libera dei campionati italiani del 73 due argenti nel 73 e 75 nello speciale ed un bronzo nel 75 .
Seguirono i Mirage a soletta calda. Ne abbiamo provate di tutti i colori per vincere. Uno speciale accorgimento sui Coppa del Mondo rendeva la soletta dello sci meno fredda sulla neve e con questo accorgimento Carl Trojer sali’ sul podio nella Coppa del Mondo a Crans Montana in speciale e vinse gli italiani nel 69 e 70 e bronzo nel 75.
Il successo si determina sempre con le stesse regole e cioe’ : Con grafica ad alto livello. Con materiali strategici. Con Massima espressione tecnica del prodotto. Con le vittorie del prodotto. Con il lancio sul mercato ed ultimo un po’ di fortuna!
Io detengo nella mia collezione denominata Museo dello Sci Leonardo Freyrie circa 450 paia di sci i piu’ rappresentativi di un’epoca gloriosa per lo sci italiano . I miei sci sono stati selezionati all’Expo di Shanghai in Cina come maggiore espressione del design italiano e sono molto orgoglioso di ciò.
Dagli sci pieghevoli di strada ne e’ passata.
Guardi la Nato ci ordino’ negli anni ottanta alcune migliaia di paia di sci pieghevoli evoluti nelle solette tutti bianchi con punta verde per gli alpini. Forse papa’ aveva ragione.
Caro Brusadelli mi scuso se non ricordo bene tutto e se le date che ricordo sono confuse ma più o meno ci siamo.
Gli ultimi Freyrie ricalcano le vecchie glorie e hanno la livrea tricolore. Gli ho usati l’anno scorso in occasione del campionato degli sciatori amatori di sci d’epoca, dove ero ospite d’onore, dopo una discesa rocambolesca con i pieghevoli del 27.
Girano meglio ma sono meno stabili. Ma ora hanno inventato l’air bag!
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