sabato 4 giugno 2016

INTERVISTA A LEO FREYRIE PER IL GIORNALE DELLA NEVE (Seconda Parte)

Si ricorda che un altro nostro atleta di nome Venzi per dimostrare la sua padronanza nel salto si pettinasse in aria prima di toccare il suolo! Seguirono poi le laminature in acciaio avvitate. Con questi sci Balestra e Balestrina collaudati da Leo Gasperl da Lacedelli e da Gino Seghi,  Celina Seghi vinse il K d’Oro che era la odierna Coppa del Mondo nel 48 nel 49 molte furono le vittorie di Ottavio e Severino Compagnoni cugini di Achille che conquisto’ il K2 usando gli sci Freyrie.

Innovazione nei materiali e nel disegn, all'avanguardia dei tempi.
Nel 49 la Freyrie fu la prima casa ad applicare il parapunta e paracoda e pedane colorate in Cello, successivamente sul modello Condor esposto alla triennale nel padiglione del design applicato allo sport di quegli anni , lo sci era interamente rivestito in celluloide rossa con fregio nero centrale. La Freyrie fu la prima ad applicare la Glazite vernice poliestere abbastanza elastica e molto scorrevole di provenienza americana. Gli sci Freyrie erano sempre nelle piu’ belle vetrine d’Italia come in quelle di Brigatti a Milano Banchetti a Roma Schenone a Torino Valle di Padova la Rinascente e molte altre.
Alle olimpiadi di Cortina Dino Pompanin e Gino Burrini usarono per la prima volta al mondo, allora gli sci erano di color legno , sci colorati di giallo. I Druscié.

Il Druscié con la soletta in Celloflex vinse con Davide David il campionato Italiano di discesa e medaglia di bronzo in gigante. Cesco Deflorian che usava i Druscie’ vinse il titolo italiano nel 60 nella libera e nel gigante. Successivamente Carlo Senoner vince il campionato italiano di gigante davanti a Bruno Alberti con i Druscie Gialli. Poi Senoner vinse al Portillo il 14 agosto del 66 la medaglia d’oro in slalom ai mondiali. Nel 57 papa’ fece gli sci metallici rifiutando il brevetto della Head americana .Avevano un’anima di legno i fianchi in plastica soletta Cello –Freyrie e lamine tedesche SWB Rado.

Che sviluppo ebbero gli sci di metallo?
Io nel frattempo fui inserto nella azienda a seguire la produzione coadiuvato da mio cugino Emilio che seguiva l’amministrazione e per la parte tecnica da mio fratello Enrico che da architetto ci faceva una consulenza. L’inserimento fu positivo perché papa’ mancò e tutto il peso della ditta andò sulle mie spalle. Avevo 25 anni.

Seguirono i Trimetal rossi con l’anti vibrante in punta una rivoluzione tecnica importante. Le lamine erano carre’ cachet nascoste nella soletta in Kofix e tra i due strati di metallo la gomma vulcanizzata faceva da collante e smorzava le vibrazioni.
Freyrie Trimetal. Pubblicità d'epoca


Teresio Vachet vinse il KL di Cervinia nel 67. Felice De Nicolo’ fu campione d’Italia nel 67 e Claudio De Tassis miglior atleta azzurro del 68 poi seguirono le vittorie di Giustina Demez campionessa d’italia del 69 e quella di Gildo Siorpaes campione d’Italia in discesa del 70 e vincitore di tre medaglie d’oro agli italiani. (foto azzurre)

Seguirono i Mirage in fibra di vetro scatolati che vuol dire che la fibra di vetro avvolgeva come fosse un tubo tutto lo sci. La torsione era modestissima e sul ghiaccio non avevano rivali. Vinsero i campionati italiani di slalom gigante del 67 lo speciale sempre nel 67e nel 68 medaglia d’argento e di bronzo nello speciale. Nel gigante medaglia d’argento nel 68 e medaglia d’argento e di bronzo in discesa libera nel 69 poi nel 70 campione italiano assoluto in discesa.

Come erano fatti i fiberglass Mirage che anche io ho avuto apprezzandoli moltissimo?
Il Mirage scatolato fu copiato subito dalla francese Dynamic di messieur Micial concorrente amico che lo fece usare da Killy vincitore delle olimpiadi di Grenoble. Aveva un’anima di Vetrocore ( polvere di vetro fusa in poliuretano due strati di fibra passanti sui fianchi e un rinforzo nel centro in legno per le viti degli attacchi. La soletta era di polietilene porosa per assorbire meglio la sciolina. Herbert Plank vinse con questi sci che furono ai piedi anche di Pierino Gross.

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