giovedì 15 ottobre 2009

Vecchi depliant - Successi incancellabili

Una pubblicità degli anni '70 che testimonia i risultati raggiunti dagli sportivi che indossavano gli sci Freyrie. In quegli anni erano davvero tantissimi gli atleti di ogni livello, che utilizzavano questi sci.

giovedì 1 ottobre 2009

C'era una volta un imbattibile sci nautico: il caso Freyrie sull'acqua.

Lo sci nautico nasce in Europa all'inizio del secolo ad Annecy, in Francia. Alcuni alpini provarono a farsi trainare da un motoscafo con sci da neve per il salto in lungo, che erano di legno, lunghi e larghi. La cosa riuscì. La disciplina poi si sviluppa in America, soprattutto in Florida, dove ci sono 40.000 laghi e molto benessere.
In Italia nasce nel 1958. Un gruppo di industriali comaschi, capitanati dal dott. Bettoni e da Renato Piatti venne alla Freyrie, che allora produceva solo sci da neve, a promuovere una piccola produzione di sci nautici “su misura”. Papà Emilio, che è stato sempre sensibile alle novità, si inventò i primi sci, poi subito portati in gara ai campionati di Sirmione dalle stesse persone che lo avevano indirizzato sulla progettazione. Fu così che vincemmo i primi campionati italiani. Allora per sciare si usavano i motoscafi Riva, motorizzati Chris Craft, con consumi orari spaventosi.
Per questo motivo economico solo le classi più abbienti si potevano permettere questo sport.
La moda parte sempre dal benessere e lo sci nautico compare su tutte le prime pagine della stampa dell'epoca; sopratutto mettendo in evidenza le belle campionesse che usavano i nostri sci, in particolare la Principessa Doris Pignatelli di Monteroduni e Marina Doria, figlia dei biscotti Doria e poi sposa di Vittorio Emanuele. All'Hotel Miramare di Santa Margherita ligure, Gigi Figoli aveva aperto una scuola di sci e lì si formarono tante giovani promesse. Al Miramare sciò Franco Carraro, che diventò Campione d'Europa a Copenaghen e Alberto Pederzani, un atleta fantastico con un fisico incredibile che ammaliava le donne più belle del mondo e che oltre a sciare in maniera incredibile, non aveva il senso della paura.
Altri importanti altleti furono per noi Piera Castelvetri, Campionessa del mondo all'Idroscalo di Milano nella disciplina delle figure; Piero Cantelassa, Igino Sogaro, e Bruno Zaccardi, anche lui due volte Campione del Mondo. Gli sci che costruivo personalizzati per ogni atleta, diedero dei risultati strpitosi e ci crearono un mercato internazionale dominato sino agli anni 80. L'assistenza che davo ai campioni era continua, e tutti i week end con la mia Dino Ferrari seguivo le gare, essendo il più giovane della famiglia e il più dinamico. Sul lago del Segrino, vicino ad Eupilio, dove c'era la produzione, insisteva un Centro Federale e quando un atleta voleva progredire veniva al Segrino a sciare.
Io montavo sul motoscafo, notavo i suoi errori, valutavo la sua forma fisica e in un giorno gli facevo costruire uno sci adatto alle sue possibilità. Gli sci erano di legno e venivano soltanto impermeabilizzati per scendere in acqua. Dopo la prova se lo svi funzionava, veniva verniciato e marchiato.
Per ogni atleta c'era una scheda e in una stagione cambiavo all'atleta tre o quattro paia di sci per avere il massimo della resa.
Lo sci da Slalom scia bene se accelera rapidamente e se frena altrettanto rapidamente, ma la sua caratteristica vincente è la resistenza torsionale e il bloccaggio del piede attraverso l'atttacco. Per domare la torsione ci vuole la forza fisica. In pratica lo sci che costruivo era in funzione della forma dell'atleta che aveva in quel momento. Gli atleti internazionali attratti dalle vittorie clamorose che gli sci Freyrie riscuotevano, arrivavano da tutto il mondo. Fu così che dal '59 al 1980 lo sci Freyrie collezionò dieci titoli mondiali, 64 campionati d'Europa, fu campione italiano per trent'anni consecutivi, fu campione nazionale in 22 paesi contemporaneamente, primo alle Olimpiadi, primo ai campionati di velocità, detenne il record delle traversate Pola - Cervia, Malta - Siracusa e Australia - Nuova Zelanda, ecc ecc.
Roby Zucchi è stato il più grande campione degli anni '70 vincendo il Mondiale nel 1975 a Londra e vincendo tutti i campionati europei ai quali ha partecipato.
Lo sci Freyrie è stato usato anche da tutti i personaggi più in vista di quel periodo, perché lo sci nautico era lo sport di moda. Lo Scià di Persia, Vittorio Emanuele con Marina Doria, Re Hussein di Giordania (ci comperava cento paia di sci tutti gli anni con il logo della Real Casa, che regalava agli ospiti); i Marcos, Onassis con Jaqueline Kennedy, i figli Niarcos, l'Aga Kan in Costa Smeralda con la giovane Romina Power, la principessa Margaret con d'Urso a Positano; Brigitte Bardot, il genero dell'Imperatore del Giappone Hiroito, che era anche presidente della federazione giapponese e molti altri apparvero sulle riviste dell'epoca, fornendo alla ditta la fama del prodotto migliore.
Abbiamo avuto l'onore di comparire sulla copertina di Life in America. Molte pubblicità erano ambientate sullo sci nautico. Io stesso girai un carosello per i Pavesini sciando sul lago del Segrino.
La diffusione maggiore oltre all'Italia, la Francia e la Spagna, avvenne nei paesi del Nord, in primis in Olanda dove si sciava sui canali con acqua color terra molto poco invitante e in Svezia dove si sciava con pesanti mute
Anche il Sud Africa fu un mercato molto interessante e si avviò negli anni '70 una produzione su licenza del marchio.
Dopo il 1975 finisce l'era del legno per gli sci da gara, slalom , figura e salto: da questa data iniziammo a costruire sci con i cosiddetti materiali compositi. Fiberglass (fibra di vetro), spesso rinforzata con carbonio, imbevuta di resine epossidiche, pressata sotto vuoto in scatola a 140° con anima in nido d'ape.
La Ciba inglese ci forniva questi materiali e la nostra produzione anticipò anche la Ferrari che ancora usava telai d'alluminio.
I materiali composirti nacquero con gli Shuttle e costituivano lo scudo termico per il rientro nell'atmosfera. In quel periodo, finita l'era empirica, studiammo molto bene il prodotto utilizzando anche la FIAT con il suo centro di Ricerca e Sviluppo e da allora fummo veramente imbattibili.
Con questi sci “compositi “ Eddie De Telder, un fortissimo atleta lussemburghese battè il record mondiale di slalom in Florida, per quanto ci consta ancora imbattuto.

L'estetica dello sci, che disegnavo, era il bollettino delle vittorie messo in veste grafica, cercando di seguire gli stili imposti dall'evoluzione del design dell'epoca.
Quando si usavano i “Riva” gli sci erano di mogano rigato; poi venne la pop-art e allora usai i colori fluorescenti; poi venne lo stile grafico e usai le tinte classiche dell'armata di Napoleone (rosso, blu, bianco e oro); infine venne lo stile evasione fatto con i transfer, e allora trionfarono l'arancio, il giallo e il fucsia.
Insomma, l'estetica segue ciò che in quel momento percepisce la società.
La Freyrie fu venduta nel '79 ad una finanziaria belga. Io personalmente le ricomperai nell'82 licenziando il marchio alla ditta Battani di Salò che ha prodotti sci sino al 2007, data nella quale è iniziata una trattativa per attivare una produzione in Cina.

Leonardo Freyrie.

Dalla neve all'acqua




Non solo sci da neve. La Freyrie è stata all'avanguardia anche nella costruzione di sci nautici. nella foto qua sotto vediamo la squadra Italiana di Sci Nautico negli ani '60, tutta attrezzata con Sci Freyrie.

Da destra, Pietro Marzotto (che non aveva la passione di correre in auto come i fratelli); Alberto Pederzano, noto gioeilliere di Via Montenapoleone, pluricampione; Piera Castelvetri, campionessa del mondo di Figura ai Campionati Mondiali di Milano; Franco Carraro, campione d'Europa di Slalom a Copenhagen, in seguito divenuto Presidente del Milan, sindaco di Roma, Presidente del CONI e della FIGC; Bruno Zaccardi, campione del mondo di Salto e di Combinata a Long Breach in California.



Il primissimo logo della Freyrie, risalente al 1929, fatto disegnare da Emilio Freyrie, papà di Leonardo e fondatore dell'Azienda.




Altre foto dal Museo dello Sci Leonardo Freyrie: I protagonisti delle piste negli anni '50/'80.















Agostino De Zordo vince il Km lanciato di Cervinia con gli sci Freyrie.

















Giustina Demez, che ha vinto i campionati italiani con gli sci Freyrie.